Il giro dei 5 rifugi sulle Dolomiti di Fanes
55km 1800m disl+
durata circa 7 h
Il Giro dei 5 rifugi delle Dolomiti di Fanes e D’Ampezzo è un grande classico della Mountain Bike nelle Dolomiti Patrimonio Unesco. Un itinerario che si snoda tra il Parco Naturale Fanes Sennes Braies e il Parco Naturale delle Dolomiti D’Ampezzo, a cavallo tra Alto Adige e Veneto. Cime dolomitiche, vallate alpine, boschi di conifere e salite da veri scalatori sono il succo di questo percorso dedicato a bikers esperti e tecnicamente dotati. Un itinerario che incrocerà spesso L’Alta Via delle Dolomiti 1 , un fantastico e famosissimo Trekking lungo le principali cime dolomitiche.
Noi consigliamo assolutamente di affrontarlo con una MTB All Mountain per godersi appieno tutta la pedalata sia essa in salita o discesa, anche se il fondo è costantemente in buono stato. Io ho rispolverato la mia Canyon Spectral per l’occasione.
Periodo migliore per godersi questa pedalata é sicuramente la tarda primavera e soprattutto la fine dell’estate e le prime settimane di autunno, quando il grande flusso turistico è passato ed i montagna torna il grande silenzio che la caratterizza.
Prima di affrontare il Giro dei 5 rifugi consigliamo altresì di informarsi sempre sulle condizioni meteorologiche e la percorribilità dei sentieri.
Percorso
Al Rifugio Pederü
Decidiamo di iniziare e concludere la nostra pedalata da San Vigilio di Marebbe (1285m) in Alta Badia. Parcheggiamo nell’ampio piazzale che troviamo ad inizio paese, accendiamo il gps e partiamo seguendo la strada asfaltata nella Val dai Tamersc per circa una decina di chilometri fino a raggiungere il rifugio Pederü a quota 1550m con pendenze del tutto tranquille. Questo primo tratto di salita offre davvero molte varianti, anche sterrate lungo il torrente Tamersc di color azzurro turchese e boschi di un verde quasi fiabesco. Noi decidiamo di seguire la strada principale per non affaticarci subito e goderci questo spettacolo poi nella discesa al ritorno.
Lasciato il rifugio Pederü proseguiamo sulla destra e subito la prima e dura salita. 7 km con tratti in pendenza oltre il 15% ci accompagnano fino al Rifugio Fanes (2061m) e al Passo di Limo (2170m), dove ci godiamo la vista del piccolo lago alpino incastonato sotto le cime del Col Bechei. Dopo qualche centinaio di metri abbandoniamo a sinistra il sentiero principale per inoltrarci in discesa per circa 8 km lungo la strada forestale della Val di Fanes. Continuando a destra invece raggiungeremo il Col de Locia che riporta verso San Cassiano (vedi il percorso). Merita assolutamente una piccola deviazione per godersi dall’alto la Gola di Fanes, una forra profondissima davvero impressionante. Raggiunta la confluenza con la Val di Fiames si riprende a salire.
Al rifugio Ra da Stua
Una breve rampa ci porta nei pressi del Parcheggio S. Uberto, nei pressi dei ruderi dell’omonimo castello. Siamo nei pressi di Fiames, nelle vicinanze di Cortina d’Ampezzo. La salita in questo tratto è completamente asfaltata, ma non fatevi ingolosire troppo. Le pendenze per i prossimi 6 km difficilmente scenderanno sotto il 15%, tranne un breve tratto pianeggiante che ci evita fortunatamente il desiderio di passare a un e-bike. La strada sale in mezzo al bosco, tra piccole cascate e ruderi di postazioni militari della Grande Guerra fino a raggiungere malga Ra Stua (1695m). Da qui attraversiamo ampi prati adibiti a pascolo, un ambiente che ci rapisce e di colpa cancella la fatica della salita appena fatta.
Al Rifugio Sennes
Lasciata Malga Ra Stua ecco la Val Salata. Un nome e un programma. Affrontiamo qui la salita più difficile della giornata, una rampa di circa due chilometri oltre il 20%. Mi spiace distruggere un “mito” ma qui ho spinto la bici senza vergognarmene troppo. Raggiungiamo in fretta quota 2000m su un ampio altopiano che ci condurrà verso il rifugio Utia Sennes. É sufficiente girarsi per godere dello spettacolare panorama che avevamo alle spalle: la Croda Rossa d’Ampezzo e il Monte Cristallo ci regalano una vista davvero unica. Raggiunto il Rifugio Sennes (2135m) una meritata birra prima di goderci il rientro verso San Vigilio.
Il rientro
Il tratto verso il rifugio Fodara Vedla (2000m) si stende in leggera discesa mentre ci inoltriamo di nuovo in mezzo ai boschi. Raggiunto il rifugio la picchiata che ci riporterà verso il Pederü mette davvero a dura prova i dischi dei freni tanto per le pendenze quanto per il fondo davvero smosso. Difficile non godere del panorama sulla Val dai Tameresc, ma meglio fermarsi per evitare di assaggiare il fondo del sentiero.
Raggiunto dopo una infinita serie di tornanti il Pederü decidiamo di goderci la discesa per San Vigilio percorrendo i single track lungo il torrente. Pensavamo le sorprese fossero finite ma le continue curve nel bosco, il colore turchese del torrente e le cime infuocate dal tramonto ci regalano ancora delle emozioni davvero indimenticabili.
Innanzitutto complimenti per il sito, lo trovo molto professionale e pieno di spunti e suggerimenti per viaggi ed escursioni molto interessanti.
Sono di Brunico e lo scorso anno ho fatto il giro dei 5 rifugi, davvero fantastico!
Continua così, seguirò i tuoi consigli ed i tuoi bellissimi viaggi.
Grazie mille Marco … bell’iniezione di fiducia per continuare, grazie ancora!!!!