Il sentiero dell’Alzaia

In gravel lungo le rive dell’Adige 

sull’alzaia fino a Verona 

km 51 disl+ 350m disl+

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Viaggiatore Lento (@viaggiatore_lento)

 

La storia dell’alzaia

Fino alla meta dell’800, non solo nel territorio veronese,  l’Adige era il fulcro di numerose relazioni commerciali da e per i borghi lungo il fiume. Oltreché punto di collegamento con i porti marittimi del delta dell’Adige che aprivano la via dei commerci via mare.  Il fiume si trasformò presto per i territori veronesi in fondamentale via di comunicazione per il trasporto merci, e le economie dei borghi lungo le sue sponde crebbero e si svilupparono in simbiosi al corso del fiume.

Per risalire il fiume con le imbarcazioni fu necessario garantire il traino per mezzo di funi tirate da coppie di cavalli. Motivo per il quale fu costruita lungo gli argini dell’Adige una strada ciottolata che consentisse il passaggio dei traini a cavallo. Questa strada è comunemente denominata “alzara” o “dell’alzaia”.

Questa via seguiva il corso del fiume, in parte sugli argini e a tratti lungo le sue anse interrompendosi generalmente nei centri abitati.  Proprio nelle piazze allora centri di commercializzazione e distribuzione delle merci trasportate via fiume. Inoltre lungo la strada dell’alzaia, a intervalli regolari di 10/15 km si trovavano le “restare”: piazzole adibite al cambio dei cavalli per il traino delle barche.

«L’Adige è più bello dell’Arno, e io ripenso a quelle belle piante sotto le quali l’armonioso fiume scorre verde e profondo, maestoso e pure snello, quelle belle e dolci piante, fra le quali a quest’ora tremola il sole, e fra le quali ricerca il fiume ed il sole uno sguardo soave ed un bel candido viso».  G. Carducci

L’Alzaia nella zona di Pescantina fu un’incredibile occasione di sviluppo economico per queste terre. Rese famoso il borgo per la costruzione delle barche “pescantine”.  Mezzi che con il loro fondo piatto ben si addicevano ai bassi fondali dell’Adige.

Tra Bussolengo e Verona vennero inoltre costruite moltissime altre infrastrutture legate all’economia fluviale dell’Adige. Cantieri per la costruzione di barche, caserme della Guardia di Finanza per il controllo dei traffici commerciali, mulini e ville padronali. Particolarmente interessanti le numerose idrovore meccaniche per l’irrigazione dei campi. Enormi ruote in legno, con diametro che spesso superava i 15m, pescavano l’acqua dell’Adige per irrigare i vicini campi sabbiosi che per loro natura erano incapaci di trattenere l’acqua.

Oggi di questo patrimonio di storia locale rimane ben poco. Ma con occhi consapevoli e sufficientemente curiosi si riesce ancora a  scorgere quanto l’Adige si rese fondamentale per lo sviluppo di queste terre.

 


 

Il Percorso

Abbiamo percorso il Sentiero dell’Alzaia in gravel. Partenza da Borghetto all’Adige seguendo, nel primo tratto, tutta la ciclabile della Terra dei Forti. Oggi la Strada dell’Alzaia non esiste praticamente più, trasformatasi in un lungo sentiero lungo le anse del fiume. Noi l’abbiamo trovata appena terminata la ciclabile nel borgo di Sega.

Qui  il percorso abbandona la comoda e asfaltata ciclabile per trasformarsi in un bellissimo sentiero nel verde, lungo il fiume, fino a Pescantina. Il Sentiero dell’Alzaia segue il corso dell’Adige lungo le sue sponde, in un continuo single track dove le nostre gravel sembrano perfettamente a loro agio.

Costeggiando i paesini di Santa Lucia e Arcé (dove si costeggia Villa Albertini con le sue torrette e si può fare una bella pausa al chiosco sull’Adige) il Sentiero dell’Alzaia regala scorci bellissimi sull’Adige e i resti della grandi idrovore ottocentesche, che spesso taluni credono essere acquedotti romani. E appena prima di Pescantina incontriamo la vecchia e abbandonata caserma della Guardia di Finanza. Consiglio una piccola sosta nella piazza San Rocco di Pescantina, dove sulle pareti del vecchio comune sono segnate le piene dell’Adige. La più alta addirittura datata 1576. Il Sentiero dell’Alzaia qui riscopre il vecchio e originario ciottolato, fortunatamente solo per un breve tratto. Arrivati nel comune di San Pietro Cariano ecco il vecchio Mulino Nassar, con i suoi ponticelli sui canali di ingresso e uscita che muovevano gli ingranaggi di questa bellissima opera.

Qualche chilometro dopo il Sentiero dell’Alzaia si innesta sul lungadige a Parona.  Noi raggiungiamo il centro di Verona da Ponte Catena attraverso il ponte fortificato di Castelvecchio fino all’arrivo in Piazza Brà con foto di rito sfondo dell’Arena. Il centro di Verona merita davvero almeno un pomeriggio di visita. Tutto il lungadige, il complesso del Duomo e le Arche Scaligere sono solo una parte del patrimonio storico di questa meravigliosa città.

Per noi però è subito tempo di correre in stazione per il treno che ci riporterà a casa.

 

Consigli
  • Il Sentiero dell’Alzaia è percorribile per tutto l’anno. Attenzione ai periodi di pioggia per il fondo molto sabbioso e alle piene dell’Adige che possono renderlo impraticabile.
  • Per chi volesse un giro ad anello sulla sponda opposta del fiume corre la Ciclabile dell’Adige Sole (Eurovelo7)
  • Verona è facilmente raggiungibile in treno e potrebbe essere un perfetto punto di partenza per questo itinerario comprensivo anche della ciclabile dei Forti. Rientro a Verona possibile in treno
  • Il Sentiero dell’Alzaia nel tratto Verona – Sega è percorso anche dal Pellegrinaggio verso il Santuario della Madonna della Corona, un cammino con ospitalità pellegrina e credenziali. Clicca QUI per tutte le info

 

 

Clicca QUI  per scaricare la traccia dell’Alzaia in gravel