La Ciclovia del Pollino

Attraverso il Parco Nazionale del Pollino

lungo la vecchia ferrovia Calabro Lucana

Lagonegro – Castrovillari

103 km 2000m disl+

 

In questo articolo:
(clicca sulla sezione)
– Storia della ferrovia Lagonegro-Castrovillari-Spezzano Albanese 
– Il percorso in bici 
– Consigli di viaggio
– Traccia gps scaricabile

 

 

Il progetto

La storia della Ferrovia calabro lucana Lagonegro – Castrovillari – Spezzano Albanese è una storia tutta italiana.

Il progetto nasce già alla fine del XIXsecolo,  ma la sua realizzazione iniziò solo nel 1915 con decisione di costruire una ferrovia a scartamento ridotto. Terra difficile quella di questo lembo di terra equamente diviso tra Calabria e Basilicata. Valli e montagne impervie, da sempre soggette a continui movimenti franosi. Un progetto faraonico ma frutto di scelte sbagliate che ha segnato il destino “triste” di quest’opera già al tempo della sua progettazione.

Per questo lo studio di questa ferrovia impegnò a fondo gli ingegneri e ne scaturì in tutto e per tutto una ferrovia di montagna a scartamento ridotto. 105 km di lunghezza, un dislivello complessivo vicino ai 2000m,  32 tra stazioni e fermate collegate da motrici a vapore. Ben quattro i tratti a cremagliera necessari per superare gli aspri dislivelli della zona di Lagonegro e nella parte finale di Spezzano Albanese.  A questo si aggiunsero gli imponenti viadotti, come quello sul fiume Serra a Lagonegro (chiamato comunemente Viadotto dello Studente).  Lungo 200m, sei arcate paraboliche in cemento armato, un’altezza massima di 60 metri.  Un tratto in  pendenza al 100 per 1000 (con cremagliera) che ne fanno tutt’ora un’opera ingegneristica di livello straordinario.  E ancora la galleria elicoidale che collegava Castelluccio Inferiore a Castelluccio Superiore. Soluzione mai utilizzata fino ad allora in Italia e necessaria per superare i 200m di dislivello tra i due borghi non molto distanti tra loro. La Galleria della Rosa con i suoi 1600 m di lunghezza. E ancora i ponti dei ferro di Lauria e le imponenti massicciate, gallerie e trincee costruite per rendere la ferrovia aderente ad un terreno assai difficile.

La realizzazione

La ferrovia fu inaugurata a tratti non connessi tra loro tra il 1915 e il 1930. Soltanto dal 1931 fu transitabile nel suo percorso completo. Purtroppo, fin da subito, i lunghi tempi di percorrenza, gli elevatissimi costi di gestione ed un basso bacino di fruizione la resero poco competitiva nei confronti del traffico su strada che si stava sempre più imponendo. A questo si aggiunsero i diversi crolli e cedimenti strutturali che nel corso degli anni ne decretarono la chiusura parziale fino al suo completo abbandono nel 1978. Anche se il suo totale disarmo risale solo al 1984. Da ricordare nel 1952 il sollevamento di un’arcata del Viadotto dello Studente causa bradisismo del monte Facito che comportò la chiusura del tratto Lagonegro – Rivello.  Di fatto questa ferrovia fu percorribile nella sua interezza per soli 21 anni.

Oggi fortunatamente questa vecchia ferrovia è divenuta parte della Ciclovia dei Parchi che collega Basilicata e Calabria, e buona parte del suoi percorso è già stato trasformato in una pista ciclabile davvero unica nel suo genere.  Io l’ho percorsa nel tratto da CivitaLagonegro durante il mio cicloviaggio alla scoperta dell’antica Lucania.

Pedalare lungo questa vecchia ferrovia è un’esperienza davvero difficile da dimenticare, un viaggio a ritroso nell’archeologia industriale dell’Italia inizio ‘900.  Numerosissime le opere e le strutture ancora presenti e ormai entrate in simbiosi con la natura del luogo.

Sono certo potrà presto diventare una meta assai frequentata nel panorama del cicloturismo in Italia, anche se purtroppo la nascita di questa ciclovia sembra ripercorrere la stessa sorte avuta dalla ferrovia.

 


 

 

Il percorso in bici 

Civita – Castelluccio Inferiore  (tratto calabro)

La mia Ciclovia del Pollino parte da Civita, un bellissimo borgo Arbëreshë della Calabria che scopro durante il mio Lucania Biketrip. Siamo in pieno Parco Nazionale del Pollino a cavallo della Basilicata. Appena abbandonato il borgo incontro, lungo una strada secondaria, il primo dei manufatti della vecchia ferrovia Lagonegro-Castrovillari. Un vecchio acquedotto ad archi sotto il quale si intravede tra la vegetazione un viadotto della vecchia ferrovia.

Raggiunta Castrovillari la Ciclovia si trasforma subito in una comoda pista ciclabile fino al borgo di Morano Calabro. Le pendenze sono quelle classiche di una ferrovia di montagna, ma il mio sguardo si perde in questa bellissima valle dominata dal Massiccio del Pollino.

Appena lasciata Morano Calabro (700m slm) il vecchio tragitto della ferrovia torna ad essere una bella e nuovissima ciclabile. La salita verso il valico di Campotenese (1022 m slm) è un continuo susseguirsi di gallerie illuminate con panorami davvero spettacolari sul Pollino. A Campotenese è impossibile non visitare la Catasta Pollino, centro polifunzionale dell’omonimo Parco Nazionale e ottimo ristorante per una meritata pausa gastronomica.

Attualmente il tratto Morano Calabro Campotenese è chiuso, deviazione sulla strada principale che sale al valico.

Qui la Ciclovia del Pollino lascia il percorso della vecchia ferrovia per seguire il corso della strada provinciale fino a Castelluccio Inferiore. Lungo il tragitto in leggera discesa su una strada ampia e scarsamente trafficata incontro molti dei manufatti della vecchia ferrovia. Tra la boscaglia è molto facile intravedere ponti, gallerie e massicciate. Bellissimo il viadotto sul fiume Battindiero a Mormanno (840 m slm) o il viadotto di Laino Borgo (270 m slm). I moltissimi i ruderi delle vecchie stazioni mi confermano sempre di essere sul tragitto giusto.

Il tratto su strada termina a Castelluccio Inferiore (495m)  dove la Ciclovia del Pollino torna ad essere percorso ciclabile.

Castelluccio Inferiore – Lagonegro (tratto Basilicata)

Oggi è Pasqua per il resto del mondo mi ricordo. Ed in una giornata freddissima, sferzata da una vento tagliente lascio Castelluccio Inferiore e rientro in Basilicata per seguire il vecchio sedime della ferrovia. Da qui a Lagonegro la Ciclovia del Pollino torna ad essere un godibile percorso su pista ciclabile, in quello che probabilmente è il tratto più suggestivo e ingegneristicamente più interessante della vecchia ferrovia Lagonegro-Castrovillari.

In successione incontro una bellissima galleria elicoidale che collega Castelluccio inferiore a Castelluccio Superiore. La Galleria della Rosa che con i suoi 1600 m di lunghezza è tra le più lunghe che abbia mia attraversato. I viadotti in ferro di Lauria fino all’imponenza del Viadotto dello Studente di Lagonegro con ancor ben visibile la sua arcata rialzata dai movimenti franosi del Monte Facito nel 1952.

Molti i manufatti integri e abbandonati che incontro in questo tratto di percorso. Degna di nota la stazione di Nemoli (oggi abitazione privata) ma che ha mantenuta intatta la sua originale struttura con tanto di insegne: il pozzo con la pompa dell’acqua, i “cessi” e il piccolo forno.

In questo tratto  la Ciclovia del Pollino si incunea tra boschi e valli lasciando il Parco Nazionale del Pollino ed entrando nel Parco dell’Appennino Lucano. E qui pedalo in una realtà che mi immerge completamente in questa ruvida e avvolgente Natura.

Il freddo è davvero intenso in questo strano aprile e l’arrivo a Lagonegro (666m slm) mi “regala” pure qualche fiocco di neve.


 

Consigli di viaggio

Per lunghezza e dislivello consiglio di dividere questo percorso in due giorni per goderne appieno in tutta sua bellezza. La Ciclovia del Pollino è percorribile per gran parte dell’anno, sconsiglio i mesi invernali piuttosto freddi in quelle zone.

Vista la presenza di numerose gallerie non illuminate è necessario avere con se una luce frontale piuttosto potente (soprattutto lungo la Galleria della Rosa). Inoltre il tratto Campotenese Castelluccio Inferiore corre tutto su strada provinciale che , per quanto poco frequentata, richiederà a voi un impianto di luci posteriore e anteriore per essere ben visibili.

Non scordate un giacchino, soprattutto nelle mezze stagioni per i repentini cambi di temperatura all’interno delle gallerie. I borghi incontrati lungo il percorso sono numerosi e mai troppo distanti, per questo motivo non ho mai avuto problemi di carenza di acqua.

La Ciclovia del Pollino va goduta con la giusta lenterà per non perdersi tutto il patrimonio di archeologia industriale nascosto dalla vegetazione del posto.

Se desiderate maggiori info per organizzare un viaggio in bici in queste zone vi consiglio la lettura della guida cicloturistica Basilicata Bikeways, scritta a tre mani da Manuela Lapenta, Simon Laurenzana e Geraldo Smaldone.

Un grande grazie anche agli amici incontrati lungo la Ciclovia del Pollino ed in particolare ad Antonio Di Giacomo che di queste zone è grande e profondo conoscitore e mi ha atteso e riscaldato in quella mattina di Pasqua freddissima e ventosa.

Infine, per avere costantemente notizie sulla percorribilità della Ciclovia del Pollino nel tratto più esposto agli agenti ambientali o per avere info su dove pernottare www.ciclovialagonegrorotonda.it

 

 


 

 

Scarica QUI la traccia del percorso