La Lunga Via dei Fiumi

Fiumi, città d’arte, storia e tanta bellezza

7 tappe –  810km 
Periodo consigliato: da aprile a fine ottobre

 

 

La Lunga Via dei Fiumi nasce quasi per caso, subito dopo che il mio viaggio sugli Appennini è saltato causa la mia positività al Covid. Guarito fortunatamente bene, poco più di una settimana dopo sono partito per questo viaggio. Il solo scopo iniziale era quello di godere dei meravigliosi mosaici di Ravenna da poco tornati visitabili per le recenti riaperture post pandemia.

La Lunga via dei Fiumi invece si è trasformata da subito in  un viaggio straordinario. Fiumi e città d’arte si sono alternate in uno stupore continuo: l’Adige per arrivare nella Scaligera Verona, i Colli Euganei e il fiume Bacchiglione fino alla Serenissima Chioggia. Un Delta del Po sorprendente fino alla Bizantina Ravenna. E ancora il Reno verso la Ferrara degli Estensi e il Grande Po fino all’arrivo nella Mantova dei Gonzaga. Non per ultimo come bellezza il Mincio che mi ha portato nella fortezza di Peschiera. Infine il Lago di Garda in direzione del fiume più piccolo d’Italia. Il fiume Aril a Cassone che con i suoi 176m di lunghezza dalla sorgente alla foce detiene questo particolare record.

Questa Lunga Via dei Fiumi rimarrà impressa nella memoria per lo stupore e la bellezza del Delta del Po. Un ecosistema straordinario, di una bellezza da togliere il fiato, dove il rumore della vita della fauna selvatica prende il sopravvento su tutto. E non si può che goderne ad ogni pedalata.

810km e quella provincia italiana spesso ai margini della classica iconografia del turismo di massa, ma che nasconde le origini vere del nostro essere italiani. Un’atmosfera di un tempo che fu respirata a pieni polmoni nel mio lento viaggiare alla scoperta delle nostre radici.

La Lunga Via dei Fiumi ha percorso per la gran parte itinerari ciclabili e strade a bassissimo traffico. Una bellissima esperienza di cicloturismo in Italia su strade secondarie, ciclovie e  argini. Stradine e ciclabili che mi hanno permesso di limitare davvero al minimo la coesistenza col traffico motorizzato, a tutto vantaggio della godibilità del viaggiare in bici. Per la prima volta ho affrontato un cicloviaggio senza la mia adorata Arancione, ma era davvero inutile utilizzare le ruote grasse per questi terreni. Ho cavalcato la mia Midnight Special, gravel di casa Surly e…. ammetto mi ha dato grandi soddisfazioni! …. ma non ditelo all’Arancione che poi s’offende.

La Lunga Via dei Fiumi è stata un viaggio all’insegna del tempo spesso inclemente con temporali improvvisi, acquazzoni e tanto vento contrario. Nulla che mi abbattesse nell’animo.  Tutt’altro, grazie allo spettacolo delle nubi in cielo che si fondevano con la bellezza dei luoghi visitati… Si, col senno di poi posso dire che i disegni delle nubi sono stati fedeli compagni di viaggio che hanno fuso stupore e bellezza, terra e cielo in una tela d’artista nuova e stupefacente ad ogni giorno.

     



Il racconto del Viaggio

Giorno 1 Rovereto – Verona 
90 km 

Di solito mi accorgo che il viaggio inizia quando faccio partire il gps. In questo caso sembra strano ma conoscendo ogni metro di questa prima tappa faccio fatica a pensare di essere partito finalmente per un viaggio in bici. Soprattutto dopo un inverno di reclusione e la recente guarigione dal Covid. Sono un pochino stralunato, ma la bici ed un sole magnifico piano piano mi hanno immerso nella logica del viaggio.

Primo tratto l’ho percorso lungo la ciclabile dell’Adige (ciclabile del Sole Eurovelo 7), ma a Borghetto all’Adige ho preferito deviare sulla ciclabile Terra dei Forti, sempre stupenda e ricca di sorprese anche quando la si conosce assai bene. Arrivo a Verona molto in anticipo sulla tabella di marcia e mi godo una ventina di km nel centro storico di questa meravigliosa cittadina. Alle 17 salgo in treno e rientro casa per trascorre la notte. Pausa necessaria per perfezionare l’assetto bikepacking del tutto nuovo sulla mia Surly e per …. nanna!!!

 

Giorno 2 Verona – Montegrotto Terme
97 km

Sveglia di buon mattino, sembra strano essere partiti per un cicloviaggio e ritrovarsi ancora nel letto di casa. Alle 6 il treno da Rovereto fino a Verona.  Da qui inizio a pedalare in direzione  Colli Euganei. La giornata è grigia e subito riesce ancora a peggiorare. Sarà pioggia per tutto il giorno, condita da qualche bel momento di vento contro che spruzza la pioggia anche sotto la giacca in Goretex. Lasciata Verona  seguo la ciclabile dell’Adige lungo argini sterrati fino alla bellissima Zevio.

Da Zevio,  lungo strade secondarie mi dirigo verso i Colli Euganei. Bellissima zona ricca di percorsi ciclabili immersi nel verde.  Ma il mio obbiettivo è un’altro: l’Abbazia benedettina di Praglia. L’abbazia ha riaperto da pochissimi giorni, sono ancora in orario di visita ed i monaci non si scompongono nell’accompagnare in visita un pellegrino ciclista fradicio come un pulcino. Terminata la visita la pioggia si placa e gli ultimi 10 km fino a Montegrotto Terme corrono veloci.

 

Giorno 3 Montegrotto Terme – Porto Tolle
120 km

la mattinata del terzo giorno mi regala un lungo e un po’ noioso rettilineo lungo gli argini del Bacchiglione fin dove si fonde col fiume Brenta, appena prima di perdersi nell’Adriatico. Ma l’Adriatico mi da un gran benvenuto nella piccola e bellissima Chioggia con i suoi ponti e canali. Pausa cicchetti e si riparte attraversando campi di radicchio fino ad arrivare a Rosolina dove l’Adige abbraccia il mare.

E qui la sorpresa fantastica del Delta del Po. Il tempo è grigio, ma quasi sembra dare maggior risalto alla bellezza delle Valli del Delta, scrigni di ecosistemi fibrillanti di vita.  Aironi cenerini, rossi e bianchi, spatole, tartarughe, nutrie, folaghe e gallinelle… un paradiso di biodiverstità dove il frastuono della vita animale è un concerto di rara bellezza e difficile da dimenticare.  Arrivato a Porto Levante il traghetto sul Po che si muove per l’unico ciclista di giornata è l’unico attimo di civiltà moderna che mi concedo fino all’arrivo. Stanco ma felicissimo mi fermo a Porto Tolle. E la notte trascorre lungo la foce principale del Grande Fiume.

 

Giorno 4 Porto Tolle – Ravenna
125 km

La stanchezza oggi si fa sentire. Pedalo verso Cà Mello in una solitudine e silenzio quasi irreali. Supero la Sacca degli Scardovari e i ponti di barche sul Po della Donzella e di Goro. Non incontro anima viva. L’atmosfera è quella di una parte d’Italia che si è fermata nel tempo. Arrivo a Comacchio, bellissima con i suoi ponti sui tanti canali e il paese è deserto. Mi concedo una lunga pausa pranzo sperando sia la soluzione alla stanchezza.

Decido comunque poi di fare il periplo del bacino delle Valli di Comacchio sottostimandone la lunghezza.  Ma lo spettacolo della natura e delle centinaia di fenicotteri vale tutti i chilometri in più. Incrocio il Reno nei suo ultimo tratto verso il mare ed è di nuovo spettacolo di sole, acque colorate e fenicotteri. Schivo un paio di temporali all’orizzonte e verso fine giornata cerco di non perdermi nella pineta di Ravenna. Arrivo a Ravenna alle prime luci della sera. Sfinito!

 

Giorno 5 Ravenna
60 km

Oggi giornata di riposo. Ravenna era l’obbiettivo principale di questo viaggio e per l’occasione ho l’onore di una guida speciale: Oscar di Basic Design Movement.  Mi raggiunge in mattinata per farmi da Cicerone in questa meraviglia che fu la Capitale dell’Impero Romano d’Occidente e d’Oriente poi. Visitiamo muovendoci in bici i mosaici della Basilica di San Vitale e del Battistero.  Uno spettacolo che mi lascia senza parole. Poi ad Oscar balena in menta un’idea: si decide di andare in bici al lido di Marina di Ravenna per pranzare in spiaggia.

Nel pomeriggio terminiamo la visita ai capolavori di Ravenna ed alla Tomba di Dante Alighieri (il 2021 è anno dantesco) finché un temporale ci fradicia come pulcini. E’ ora di rientrare ma entrambi ci accorgiamo che è pressoché impossibile non perdersi all’interno del dedali di stradine del centro storico di Ravenna. Alla fine la “giornata di riposo” termina con 60 km pedalati e per Oscar un conto parcheggio da ristorante stellato. Grazie Oscar mi hai regalato davvero una bella giornata!

 

Giorno 6 Ravenna – Ferrara
90 km

Forse tra tutte la tappa questa è stata la meno interessante dell’intero viaggio. Inizialmente volevo farla in treno, ma poi l’orgoglio ha deciso diversamente. Così risalgo da Ravenna verso il Reno nell’unico tratto di tutto il viaggio che ha incrociato una strada provinciale trafficata. Arrivato a Sant’Alberto e il traghetto sul Reno mi riporta sulla sponda pedalata due giorni fa. Da lì un lunghissimo rettilineo di 30 km lungo l’argine del fiume Reno fino ad Argenta ed il suo Parco Regionale delle Valli di Argenta.

Lasciato il Reno gli ultimi chilometri fino a Ferrara mettono il sigillo su una tappa che potrei definire di semplice trasferimento. L’arrivo a Ferrara ai piedi del Castello Estense è l’unica nota di rilievo della giornata assieme ad una piacevole pausa ricca di chiacchiere con gli anziani del posto nel Circolo Acli di Ospital Monacale.

 

Giorno 7 Ferrara – Mantova
115 km

Parto con la pioggia e stanco già di buon mattino. Lascio Ferrara seguendo la ciclabile della Burana fino a Boldeno dove ritrovo le anse del Grande Fiume. Da qui pedalerò parte della Ciclovia del Po. È si, il Po è davvero maestoso in queste zone ed è innegabile quanto la gente qui ci viva in perfetta simbiosi. Sarà forse la giornata bigia ma, tutti questi piccoli paesi arroccati attorno a grandi chiese o al municipio mi riportano alle atmosfere anni cinquanta dei film di Don Camillo e Peppone.

Lascio la Ciclovia del Po nei pressi di San Benedetto e mi godo una meritata pausa a Governolo all’Ostello dei Concari, ormai meta iconica di ogni cicloviaggiatore che passi in queste zone. Il tiramisù di Nicola e l’incontro con Ale e Jessica anime del  Gravel Club di Mantova mi ritemprano animo e fisico. “Scortato”dalle divise verdi del Gravel Club costeggio il Mincio per entrare a Mantova e mettere il punto su questa penultima gionata della Lunga Via dei Fiumi.

 

Giorno 8 Mantova – Riva del Garda
113 km

Ultimo giorno e la meta è casa.  Mi concedo di partire con assoluta calma quasi ad ora di pranzo. Seguo la ciclabile del Mincio da Mantova a Peschiera. Per non farmi mancare nulla decido di spostarmi sull’argine opposto e mi godo un bellissimo tracciato gravel fino a Borghetto sul Mincio. Immancabile pausa foto in questo piccolo gioiello sul fiume e poi finalmente, baciato da un caldissimo sole,  raggiungo le mure Veneziane di Peschiera.

Decido di risalire il Lago di Garda  lungo la Gardesana sponda veronese. L’ottimismo mi ha fregato e un  temporale improvviso a Torri del Benaco mi inzuppa per l’ennesima volta. Passata la bufera proseguo  fino a Cassone per incrociare l’ultimo fiume di questo viaggio. Il Fiume Aril che con i suoi 176m (e tre ponti) dalla sorgente alla sua confluenza nel lago è in assoluto il fiume più corto d’Italia.  La mia Lunga Via dei Fiumi termina a Riva del Garda dagli amici di The Lab Bike Wellness con birrozza e aperitivo di fine viaggio in ottima compagnia.

 

 

Scarica QUI la traccia del viaggio