La Sardegna in bici

 

La Sardegna in bici da Alghero a Cagliari

Una scoperta che non ti aspetti

685 km 8300 m disl+

 

 

 

La Sardegna in bici. Un viaggio di 700 km in solitaria immerso nella Sardegna più vera, quella che ti entra dentro e non ti lascia più. La Sardegna in bici è  un viaggio che trascura le mete del turismo più conosciute alla ricerca delle origini di una cultura millenaria che ha lasciato migliaia di testimonianze tutt’oggi visibili. 

Anche se consapevole di cosa cercare mai avrei immaginato tanto. La Sardegna in bici è un viaggio che non ti aspetti. la scoperta delle Domus de Janas,  degli imponenti nuraghe, dei misteri dei Giganti di Mont’e Prama. È anche la Sardegna fenicia e poi romana. È la gente sarda, che ti stupisce per un’ospitalità inusuale per noi  gente del Nord. Magari non ci crederete ma anche nel bar del più piccolo e sconosciuto paese non sono mai riusito a pagare le mie consumazioni.

La Sardegna in bici è stato un viaggio spesso difficile, prevalentemente su sterrati, più volte con la bici a spinta (30kg coi bagagli!) causa salite dalle pendenze impensabili (ricordo un 28%) che mi hanno fatto accumulare più di 8000 metri di dislivello ma che mi ha regalato emozioni e ricordi indelebili.

La Sardegna in bici è il profumo di questo terra, un delicatissimo intreccio di profumi di mare, della terra e dei balsamici odori dei mirti, dei lentischi, dei ginepri piegati dai venti. Rosmarino, mentuccia ed elicriso. Il profumo della Sardegna ti entra dentro e non lo dimentichi più.

Questo è il primo dei miei 2 viaggi in Sardegna. Un’esperienza  che ho suddiviso in 10 tappe e che ho pedalato in sella alla mia Arancione in assetto bikepacking.  Personalmente consiglio di fare questo viaggio nei mesi primaverili per evitare le temperature tremende dell’estate sarda. La Sardegna è la meta perfetta per gli amanti del cicloturismo in Italia e, come in questo caso, ti immerge in una dimensione d’avventura davvero incredibile.

 

 

IL RACCONTO DEL VIAGGIO

 

Giorno 1 Alghero – Macomer

70 km 1650 m disl+

Sveglia di buon mattino, ultimo check dell’asseto bikepacking, si accende il gps e via. Si comincia subito con una tappa molto dura tanto per la lunghezza quanto per il dislivello. In realtà la difficoltà maggiore sta nel fatto che tra l’inizio e la fine si trova solo un piccolo paesino, Padria e tante salite con pendenze molto impegnative.
Ma i paesaggi sono meravigliosi e  arrivo a Macomer colmo di soddisfazione. Merita un giretto in città per visitare i numerosi murales che adornano le facciate delle case.

 

 

Giorno 2 Macomer – Fordongianus

69 km 420 m disl+

La seconda tappa è un’immersione nella storia antica della Sardegna. Macomer e la zona del Marghine sono piene di testimonianze  dell’epoca nuragica (I millennio A.C.). Nuraghe Succoronis, il Nuraghe Santa Barbara e il complesso di Tamuli sono solo i principali. A Borore la Tomba dei Giganti di Imbertighe lascia a bocca aperta per la perfetta lavorazione della stele centinata ancora del tutto integra.

A metà strada una deviazione ad Abbasanta per il  Nuraghe Losa, maestoso ed ancora in perfette condizioni. La visita é d’obbligo perché è uno dei simboli della millenaria storia sarda. Salite fino in cima per godervi il panorama. La giornata prosegue fino a Fordongianus con il suo Forum Traiani, un imponente centro termale di epoca romana… Subito mi godo un pò di relax nelle acque sulfuree di un piccolo bagno che scopro per caso. 

 

 

Giorno 3 Fordongianus – Cabras

90 km 600 m disl+

Una giornata immerso in un meraviglioso nulla, che sa di natura, profumi e zero persone. Tappa intermedia all’area archeologica di Santa Cristina con il suo famosissimo pozzo sacro di età nuragica. Poi proseguo lungo il vecchio tragitto abbandonato della ex SS131 fino a Cabras

Qui è inevitabile la visita al Museo Archeologico per visitare i Giganti di Mont’e Prama, uno dei millenari misteri dell’antica Sardegna nuragica. Infine visita alla penisola del Sinis con le rovine della fenicia Tharros nata sulle rovine di un antico insediamento di epoca nuragica.

 

 

Giorno 4 Cabras – Barumini

77 km 1400 m disl+

In questa tappa il Monte Arci, raggiungo quota 691m (Cima Coppi del Viaggio) con una salita sterrata assai impegnativa (20-23% per 4 km). Arrivato in cima ho conosciuto gli amici dell’Arkitano Bike che mi hanno risorato con birra e fuoco… faceva davvero freddino.

Lasciato il Monte Arci mi aspetta la salita alla Giara di Gesturi, altipiano di origine basaltica a quota 550m. Vi assicuro è di una bellezza straordinaria. Ci arrivo nel periodo della fioritura, i laghetti sono uno spettacolo e riesco addirittura a vedere i famosissimi cavallini della Giara, razza endemica della Giara. Salgo da Genuri per una salita corta ma dalle pendenze assai impegantive. 

Discesa a Gesturi e fine tappa a Barumini con visita a Su Nuraxi dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco. Merita anche la visita a Casa Zapata, villa signorile che ha nelle sue fondamenta un imponente nuraghe.

 

 

Giorno 5 Barumini – Dune di Sa Piscinas

84 km 1200 m disl+

Giornata di Maestrale a 70km/h … tanta fatica. Salita alla Giara di Siddi per visitare la tomba dei Giganti di Sa Domu e s’Orku, una delle meglio conservate della Sardegna. Attraversare il Campidano col Maestrale é davvero dura. Durante la salita a Montevecchio rimango negativamente colpito da quanto gli insediamenti minerari del recente passato hanno torturato questa terra meravigliosa. E poi picchiata fino al mare. Qualche chilometro accompagnato dal rumore della mareggiata, sono in piena Costa Verde ed ecco finalmente le bellissime Dune di Sa Piscinas. Fortunatamente in questa zona lontana da tutto trovo un campeggio per pernottare in mezzo al bosco.

 

Giorno 6 Sa Piscinas – Domusnovas

50 km 1200 m disl+

Questa la tappa che tra tutte temevo di più. Infatti lasciate le dune di Sa Piscinas si sale subito verso le miniere di Ingurtosu e poi bella discesa sino a Fluminimaggiore. Ecco da qui una lunga e durissima salita sterrata verso le miniere abbandonate di Is Arenas dove ho perso il conto di quante volte sono sceso a spingere la bici. Anche la discesa nei boschi di leccio e olivastri di Sa Duchessa ha messo a dura prova la mia resistenza. Ma eccomi arrivato all’ingresso della Grotta di San Giovanni e la fatica si trasforma in stupore. All’uscita della Grotta la fine tappa nel paese di Domusnovas.

 

Giorno 7 Domusnovas – Santadi

61 km 500 m disl+

La mattina inizia con Massimo Matta della Casa del Cicloturista che mi aspetta per accompagnarmi fino a Santadi. Arrivati a Siliqua alziamo lo sguardo verso i ruderi del Castello di Acquafredda, culla della leggenda del Conte Ugolino. Subito ci inoltriamo in quella che fu la vecchia ferrovia del Sulcis che da Siliqua arrivava a Sant’Antioco. Uno spettacolo di natura, ingegneria e reperti di archeologia industriale.

 

Giorno 8 Anello del Sulcis

80 km 600 m disl+

In questa giornata mi faccio guidare da Massimo. Visita alle Necropoli Montessu di Villaperuccio datate Neolitico Finale (3200 A.C.), all’antico villaggio di Tratalias e alle Saline di Sant’Antioco. Il rientro letteralmente lungo la costa fino a Porto Pino e poi rientro a Santadi.

Massimo gestisce con passione La Casa del Cicloturista, punto fermo per ogni cicloviaggiatore che voglia conoscere il Sulcis. Fidatevi e fatevi guidare da lui e conoscerete un angolo di Sardegna che altrimenti non scoprirete da soli!

 

 

Giorno 9 Santadi – Pula

70 km 1000 m disl+

Ultime salite lungo la strada provinciale n.70 verso Teulada. Poi tutta meravigliosa strada costiera con una meritata deviazione a Cala Cipolla nelle zone di Chia.  Con le salite invece non avevo smesso perché la costa inganna, un continuo su e giù che mette a dura prova le gambe, ma ripagato da scorci di mare spettacolari.

Dopo Chia tratto sterrato lungo la bellissima strada romana di Bithia che collegava Bithia (l’attuale Chia) all’Antica Città di Nora. Pernotto a Pula in un bellissimo campeggio in riva al mare.

 

 

Giorno 10 Pula – Cagliari

66 km 500 m disl+

Il rientro a Cagliari da Pula è una tappa di trasferimento. Generalmente viene percorsa in autobus o altro mezzo per evitare le due superstrade a quattro corsie che portano a Cagliari. Apparentemente sembra non esserci alternativa ma… allungando un pochino la soluzione si trova ed il traffico rimane lontano dalla bici …. 

Arrivato a Cagliari una meritata visita al suo bellissimo centro storico ed al Bastione di Saint Remy da cui si domina l’intera città.  Ma soprattutto al Museo Nazionale Archeologico che rappresenta il degno riassunto del mio viaggio.

Il culto della Dea Madre antico 7000 anni, i misteriosi Giganti di Mont’e Prama, i bronzetti nuragici, la stele di Nora mi hanno rapito facendomi definitivamente innamorare di questa meravigliosa isola.

La Sardegna in bici termina il giorno successivo. Tempo di imballare e spedire la bici e si corre in aeroporto per il ritorno a casa.

 

 

Scarica QUI la traccia del viaggio

RIASSUNTO VIDEO DEL VIAGGIO

 

il centro benessere preferito dalla mia bici